La sperimentazione degli idrolati in ambito sanitario
Nell’anno 2107 ho proposto ad una delle più importanti strutture sanitarie del Biellese la sperimentazione degli idrolati come terapia non farmacologica nel lavoro di cura per la malattia del morbo di Alzheimer.
I risultati del progetto dal titolo ” Il naso di Pinocchio” sono stati poi pubblicati sulla Rivista ” Dimensione Assistenza” nel numero 2-2017 dove si evidenzia come la respirazione degli idrolati abbia influito positivamente e abbia apportato benessere a persone in uno stadio molto avanzato della malattia.
L’articolo riporta le seguenti osservazioni: ” Attraverso la somministrazione dell’idrolato gli ospiti ricevono degli stimoli che permettono un contatto visivo e il mantenimento dello stesso per diversi secondi e in alcun casi anche per diversi minuti. I volti e le posture cambiano e durante l’inalazione i muscoli facciali si distendono e anche la rigidità muscolare delle braccia e delle gambe subisce una leggera decontrattura. A livello verbale la produzione di suoni aumenta con modulazioni che ricordano litanie,ninne nanne e il balbettio acquista un ritmo diverso. I sorrisi e le risate diventano più frequenti. Il linguaggio del corpo attraverso la masticazione, il dondolio, la mimica facciale mostra come il senso dell’olfatto viene risvegliato e con esso l’emozionalità legata ai profumi. L’idrolato diventa un filo che scorre tra operatore e ospite e aumenta lal capacità di interagire. Il profumo aiuta gli ospiti ad uscire dal loro mondo per riconnettersi anche per qualche minuto soltanto alla realtà e la relazione empatica viene amplificata dall’essenza. Gli idrolati quando vengono inalati forniscono vitalismo sia che si tratti di una profumazione rilassante sia che si tratti di una tonificante. Per vitalismo si intende energia ritrovata non solo a livello fisico ma anche come recupero di ricordi, di emozioni e relazioni. L’idrolato è un mediatore tra il mondo sommerso e il mondo esterno e la respirazione aromatica riattivando l’olfatto è in grado di portare stimoli cerebrali e risvegliare risorse latenti ma ancora presenti”.
Quest’anno la sperimentazione attraverso i laboratori olfattivi sta continuando grazie a strutture che si aprono alla possibilità di testare nuovi approcci in campo assistenziale.
C’è tanto bisogno di prendersi cura delle proprie emozioni, del proprio mondo interiore e portare gli idrolati negli asili, nelle case di cura, parlarne nelle conferenze è il mio modo per diffondere uno strumento utile a tutti, per fare stare meglio le persone e di conseguenza stare meglio anch’io.