“MANGIARE RESPONSABILMENTE”
Wendell Berry è un contadino, poeta e filosofo, che dice delle cose molto interessanti su un atto che compiamo tutti i giorni, anche più volte al giorno:il mangiare.
Egli sostiene l’importanza di “mangiare responsabilmente”.
Che cosa significa?
Mangiare vuol dire introdurre del cibo per ricevere il nutrimento necessario per vivere e il mangiare dovrebbe quindi riconnetterci con il mondo agricolo dal quale proviene il cibo.
L’acquisto dei prodotti nei supermercati interrompe questo collegamento e quando si mangia non si pensa alla terra, non si conosce nulla delle aziende agricole dove quei cibi sono stati prodotti, non si immaginano le condizioni di vita degli animali o i sistemi di coltivazione utilizzati.
Generalmente si compra ad occhi chiusi senza sapere quanto quell’alimento che si sta pagando sia veramente fresco, da dove provenga, quanto il trasporto, l’imballaggio e la pubblicità abbiano influito sul prezzo; quante sostanze chimiche contenga, quali principi nutritivi possieda.
Il fatto di trovare cibo in grande quantità, sempre a disposizione , fa dimenticare che le risorse della terra non sono illimitate e non ci si chiede quali passi sta compiendo l’agricoltura per soddisfare una richiesta sempre maggiore data dall’aumento mondiale della popolazione.
Il cibo prodotto a livello industriale è un cibo diverso da quello prodotto in scala ridotta dai contadini : è un cibo usa e getta senza un reale valore nutrizionale, senza quid energetico.
E’ un cibo che intossica, è spazzatura. Essere un consumatore passivo non significa solo arrecare danno alla propria salute fisica e psichica, significa avvallare una politica alimentare che va contro il benessere della gente, assoggettarsi ad un potere che rende le persone schiave perché ne determina e ne condiziona le scelte per i propri fini economici.
Wendell Berry afferma che il mangiare è diventato “ una mera transazione commerciale” dove l’industria alimentare agisce senza nessuna etica cercando in tutti i modi di tagliare i fili che permettono di ricordare i collegamenti tra alimenti e coltivazioni perché questo è quello che vuole un certo tipo di politica.
Concordo pienamente sul suo pensiero e invito a riflettere su queste parole “Quando il cibo, nelle menti di coloro che lo mangiano, non è più legato all’agricoltura e alla terra, si soffre di un’amnesia culturale pericolosa e fuorviante. La condizione del consumatore passivo di alimenti non è una condizione democratica. Una delle ragioni per mangiare responsabilmente è di vivere liberi.”
22 Febbraio 2013 @ 13:13
Sono pienamente d’accordo . farò del mio meglio Intanto lo invio a tutti gli associati. Buon lavoro, Florenta
23 Febbraio 2013 @ 09:20
Grazie Flo!
22 Febbraio 2013 @ 13:52
vorrei conoscervi megli
23 Febbraio 2013 @ 09:18
se non sei troppo lontana puoi venire a trovarci!
23 Febbraio 2013 @ 12:25
Concordo pienamente. Da tempo io e il mio compagno cerchiamo di vivere e mangiare il piu’ naturale possibile: coltiviamo un orto, ci procuriamo il latte e le uova da contadino ( le mucche pascolano libere su prati di ns proprietà e anche le galline razzolano libere) mentre siamo diventati vegetariani per questioni etiche ( e con miglioramento della ns salute che per ora è ottima nonostante non siamo piu’ giovanissimi). Occorre svegliarsi dal sogno dove le multinazionali ci hanno schiaffati da troppo tempo!!!
23 Febbraio 2013 @ 14:18
Le nostre scelte determinano la qualità della nostra vita e della vita dell’intero pianeta. E’tempo di assumersi questa responsabilità e sostenere tutti coloro che hanno la forza di percorrere strade diverse..come stai facendo tu e come stiamo facendo noi e tanti come noi..diventando massa critica l’ago della bilancia si sposta!
1 Agosto 2013 @ 12:24
Pienamente d’accordo, mangiare e nutrirsi sono piccole scelte “politiche” dalle quali però dipende la salute e il nostro futuro